sabato 22 novembre 2008

Il bambino, ancora una volta vittima

Ancora una volta ho assistito ieri, come uomo e come psicologo, all'ennesimo sballottamento di quello che è il principale protagonista della sofferenza esistenziale, in caso di separazione o di divorzio: il bambino. Con mio grande sconforto si è avuto il coraggio di spostare un tema così sentito ed umanamente grave, come il patimento di un figlio, sulle beghe ed i litigi di papà a mamma. Che prima ancora che essere tali, preferiscono essere marito e moglie. O meglio, ex marito ed ex moglie.
Sono state veicolate informazioni, per quanto rispettabili, che rischiano di far pensare all'opinione pubblica che, semplicemente perchè si è passati attraverso un percorso di sofferenza, che è diventata esperienza, si possa intervenire in modo risolutivo su una coppia in crisi. Ma noi ad un depresso diciamo forse: "Coraggio, trova la forza in te per reagire"?
Si, è vero...esistono i gruppi di auto aiuto (come Alcolisti Anonimi), ma sono gruppi che in molti casi presentano comunque un supervisore che, in forma più o meno discreta, vigila sulle dinamiche.
Sempre, sempre, sempre continuiamo ad anteporre il bene dell'ex coppia al bene di chi ancora non ha la struttura idonea ad affrontare una separazione traumatica dai genitori.
Ho assistito, sempre ieri, all'ennesima abitudine di vedere noi psicologi come i "santoni", i "guaritori", quasi fossimo dotati di una onnipotenza divina. Noi aiutiamo si, facilitiamo si...ma siamo nati anche per intervenire laddove il problema ancora è parzialmente o per niente comparso o, in quella che in una sola parola, possiamo definire "prevenzione".

domenica 9 novembre 2008

Nei meandri della Psicologia...

Cosa è la Psicologia? Ma soprattutto perchè ha preso tanto il mio essere, la mia vita e la rende meritevole di essere vissuta? Credo da sempre che il fascino, il mistero e nello stesso tempo l'ambiguità che caratterizza ogni essere umano sia l'unico, vero motore che ci fa sentire tutti vogliosi di scoprire e di scoprirci.
E' assai brutto quando scopri in una persona caratteristiche che l'hanno resa impermeabile a qualsiasi forma di comprensione che esiste anche un altro modo di vedere le cose.
E' assai brutto quando ti senti dire da una persona che pareva esserti amica che non sai o disconosci qualcosa per semplice partito preso, senza indagare minimamente su una potenziale o reale "altra verità" che non sia la propria.
Ed è assai brutto, non tanto non chiedere scusa (in fondo il perdono è talmente tanto un qualcosa di divino che chi siamo noi per poterlo concedere?), ma perseverare nelle convinzioni che il nostro interlocutore non sa, senza prima domandare, soprattutto dopo aver constatato che le cose non stanno come si credeva.

Si è perso il "vizio" di chiedere, di domandare, di dialogare prima di giungere alle conclusioni.


Non nascondo che detesto le persone che, con fare esclusivo, pensano sia loro la Verità, relegando il tuo pensiero a minoranza tranquillamente emarginabile.


Penso che la cosa più bella in questo mondo sia lo scambio di informazioni senza prevaricazione, il proporre il proprio pensiero senza l'idea di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato. E quando certi criteri portano a pensare che il nostro pensiero è sbagliato, è altrettanto giusto chiedere scusa e ricominciare. Ma anche l'umiltà oramai non è più di casa...