giovedì 11 dicembre 2008

Film consigliato...

"L'insegnante di inglese Erin Gruwell, al suo primo incarico, viene assegnata alla Woodrow Wilson High School di Long Beach, California. Entusiasta di poter partecipare all'ambizioso programma di integrazione razziale nelle scuole, si scontra con una dura realtà che la costringe a rivedere drasticamente le aspettative riguardo al suo lavoro: sono ancora fresche le ferite dei disordini di Los Angeles del 1992, i diversi gruppi etnici sono in uno stato costante di guerra non dichiarata, i suoi studenti si odiano l'un l'altro e sono accomunati solo dall'odiare ancor di più..."
E' questa la trama dello stupendo film che vi invito a visionare, soprattutto per i forti risvolti emotivi e didattici che possiede. Se amate la formazione, credete nel lavoro, qualsiasi esso sia...non perdetevelo.
E se desiderate vedere un trailer...CLICCATE QUI

mercoledì 10 dicembre 2008

Amore fa rima con cuore o dolore?

Son tre parole, amore - cuore - dolore, ad una prima analisi connesse tra loro, anche se individuabili in due coppie distinte: amore/cuore e amore/dolore. Cosa possiamo pensare quando ci rendiamo conto che entrambe le coppie in realta' sussistono contemporaneamente? E' mai possibile che un sentimento così grande come l'amore possa scatenare sia emozioni positive che negative? Penso che la difficoltà più grande sia rendersi conto che tale sentimento, se gestito da un punto di vista razionale, possa far perdere quanto di bello è capace di donare. In modo alquanto drastico, sono pronto a pensare che qualsiasi sentimento amoroso, nel momento stesso in cui viene discusso, argomentato con gli strumenti della ragione perde la sua essenza primaria, regalando a quel punto solo sofferenza a chi ne cerca di capire i meccanismi.
E allora, lasciamoci andare all'istinto, quando ci avviciniamo ad una persona che amiamo, ovvero non pensiamo a ciò che potrà essere ma a ciò che potremo, insieme al nostro/a amato/a sentire abbandonandoci a lui/lei.

venerdì 5 dicembre 2008

Partenza!

Notte di partenza...ritorni...emozioni...vissuti....caro Blog...ci vediamo tra breve...nel frattempo rifletto sul mio passato attraverso il mio paese. Alle volte serve tornare indietro per renderci conto di quali e quanti sacrifici abbiamo fatto per arrivare a ciò che siamo oggi.
Buona vita a tutti!

Separazione: cambiamento o cosa?

Siamo agli sgoccioli di questo 2008 e oramai dappertutto è udibile uno strano segnale di pericolo. Lo sconforto che sta prendendo sempre più coppie italiane e che il più delle volte sta portando le stesse ad un allontanamento sempre più definitivo risalta dalle cronache e dai mess media. Che sta succedendo? Siamo in presenza di una crisi epocale delle coppie, dei sentimenti, o più "semplicemente" sono cambiate le esigenze che uomini e donne chiedono a se stessi e all'altro sesso?
Personalmente, ho un'idea abbastanza chiara di quello che sta avvenendo. Fermo restando la crisi della comunicazione oramai presente anche e non solo fra coppie, ma in tutte le relazioni umane, penso che si sottovalutino spesso i cambiamenti fisiologici ed individuali di ogni protagonista della coppia.
Voglio dire che se una coppia ha deciso di fidanzarsi 3 anni prima per una serie di caratteristiche che del partner piacevano non è sempre detto che quelle caratteristiche restino ferme e costanti nella persona stessa. Esperienze, emozioni, vissuti, dolori, possono cambiare chiunque. Finanche trasformare una persona che, tempo prima estremamente vicina al nostro modo di amare, vivere, vedere le cose, ora ha modificato se stessa, non piacendoci più.
Ecco perchè, secondo me, non è sempre detto che ci sia una "colpa" vera o presunta in una coppia che si separa, indipendentemente dall'uomo o dalla donna. Può succedere che uno dei due evolva (o involva) nel suo percorso di vita fino a desiderare oggi qualcosa di diverso rispetto a ciò che desiderava ieri. E non è detto che, in questo processo di trasformazione progressiva o regressiva, il partner lo abbia seguito, equilibrando il rapporto come agli inizi.

martedì 2 dicembre 2008

Una delicatissima canzone per voi...Over My Shoulder (Mika)

Auguro a tutti voi un buon ascolto...anche se e' un video, provate a chiudere gli occhi e lasciatevi trasportare dalla melodia di questo brano...

sabato 22 novembre 2008

Il bambino, ancora una volta vittima

Ancora una volta ho assistito ieri, come uomo e come psicologo, all'ennesimo sballottamento di quello che è il principale protagonista della sofferenza esistenziale, in caso di separazione o di divorzio: il bambino. Con mio grande sconforto si è avuto il coraggio di spostare un tema così sentito ed umanamente grave, come il patimento di un figlio, sulle beghe ed i litigi di papà a mamma. Che prima ancora che essere tali, preferiscono essere marito e moglie. O meglio, ex marito ed ex moglie.
Sono state veicolate informazioni, per quanto rispettabili, che rischiano di far pensare all'opinione pubblica che, semplicemente perchè si è passati attraverso un percorso di sofferenza, che è diventata esperienza, si possa intervenire in modo risolutivo su una coppia in crisi. Ma noi ad un depresso diciamo forse: "Coraggio, trova la forza in te per reagire"?
Si, è vero...esistono i gruppi di auto aiuto (come Alcolisti Anonimi), ma sono gruppi che in molti casi presentano comunque un supervisore che, in forma più o meno discreta, vigila sulle dinamiche.
Sempre, sempre, sempre continuiamo ad anteporre il bene dell'ex coppia al bene di chi ancora non ha la struttura idonea ad affrontare una separazione traumatica dai genitori.
Ho assistito, sempre ieri, all'ennesima abitudine di vedere noi psicologi come i "santoni", i "guaritori", quasi fossimo dotati di una onnipotenza divina. Noi aiutiamo si, facilitiamo si...ma siamo nati anche per intervenire laddove il problema ancora è parzialmente o per niente comparso o, in quella che in una sola parola, possiamo definire "prevenzione".

domenica 9 novembre 2008

Nei meandri della Psicologia...

Cosa è la Psicologia? Ma soprattutto perchè ha preso tanto il mio essere, la mia vita e la rende meritevole di essere vissuta? Credo da sempre che il fascino, il mistero e nello stesso tempo l'ambiguità che caratterizza ogni essere umano sia l'unico, vero motore che ci fa sentire tutti vogliosi di scoprire e di scoprirci.
E' assai brutto quando scopri in una persona caratteristiche che l'hanno resa impermeabile a qualsiasi forma di comprensione che esiste anche un altro modo di vedere le cose.
E' assai brutto quando ti senti dire da una persona che pareva esserti amica che non sai o disconosci qualcosa per semplice partito preso, senza indagare minimamente su una potenziale o reale "altra verità" che non sia la propria.
Ed è assai brutto, non tanto non chiedere scusa (in fondo il perdono è talmente tanto un qualcosa di divino che chi siamo noi per poterlo concedere?), ma perseverare nelle convinzioni che il nostro interlocutore non sa, senza prima domandare, soprattutto dopo aver constatato che le cose non stanno come si credeva.

Si è perso il "vizio" di chiedere, di domandare, di dialogare prima di giungere alle conclusioni.


Non nascondo che detesto le persone che, con fare esclusivo, pensano sia loro la Verità, relegando il tuo pensiero a minoranza tranquillamente emarginabile.


Penso che la cosa più bella in questo mondo sia lo scambio di informazioni senza prevaricazione, il proporre il proprio pensiero senza l'idea di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato. E quando certi criteri portano a pensare che il nostro pensiero è sbagliato, è altrettanto giusto chiedere scusa e ricominciare. Ma anche l'umiltà oramai non è più di casa...

mercoledì 22 ottobre 2008

Lavorare...

Cosa significa al giorno d'oggi "lavorare"? Sicuramente significa realizzare, giorno dopo giorno, qualcosa di positivo per noi e per chi ci circonda. Non esiste lavoro che non determini in ognuno di noi la necessità di capire sempre più noi stessi in rapporto agli altri. Il motore di tutto, la passione, dovrebbe alimentare ogni nostro agito professionale. Sono anche del parere che quando questo motore, la passione appunto, decade o si affievolisce, il lavoratore/professionista debba sentirsi in dovere di chiedersi il perchè questo sia accaduto e mettersi in discussione, prima di continuare in un comportamento che potrebbe ledere chi con grande motivazione e fiducia, si avvicina e crede in lui.
Sarebbe bello, infine, pensare ad un continuo atto di autoanalisi che possa portare ogni professionista ad un bilancio di ciò che ha donato, di ciò che ha perso e di ciò che può conquistare nel suo percorso di vita.

martedì 21 ottobre 2008

La scuola

Credo di avere una discreta esperienza nel campo della scuola e della formazione. E credo che fin troppe responsabilità sono state date negli anni ad essa, sia come istituzione che come insegnanti che ci lavorano. Per anni si e' chiesto ai docenti di ricoprire mille ruoli: dell'educatore, del sostituto-genitore, dello psicologo, del medico, ecc... che possiedono competenze che un docente non ha per ovvi motivi. A malapena oggi troviamo docenti con competenze di Pedagogia......
Ho da poco scritto ad una mia amica i miei pensieri relativi al concetto di scuola. Sono dell'idea che essa oggi e' paradossalmente rimasto l'unico obbligo (letto nel senso non dittatoriale del termine) per i giovani e, come tale, si e' trasformata in luogo di espiazioni. Di quali colpe? Secondo me di colpe derivanti da una generazione di genitori che hanno perso ogni tipo di consapevolezza di quale ruolo di costruzione del futuro abbiano nei confronti dei figli. Genitori che non si incontrano più davanti ad un tavolo all'ora di pranzo, che non dialogano, che si separano, divorziano, litigano, violentano...hanno reso quella bellissima immagine di "famiglia unita" oramai un triste ricordo.

Ancora una volta, andando in controtendenza, sono straconvinto che gli interventi andrebbero pensati non nei confronti della scuola (per la quale occorrerebbe pensare ad altri interventi di cui ho le idee chiare), ma proprio dell'istituzione base della costituzione morale, sociale e cognitiva di un individuo: la famiglia.

venerdì 17 ottobre 2008

Violenza. Figli e genitori

Oggi non esiste più alcuna forma di rispetto. Soprattutto tra figli e genitori, secondo me, non esiste più rispetto. Sono un convinto sostenitore dell'idea che oggi si è perso qualsiasi valore legato al ruolo che ognuno di noi ha nelle diverse fasi della vita. I figli che fanno i genitori...i genitori che fanno i figli...i figli che non hanno la consapevolezza di che cosa significhi la parola 'sacrificio'...i genitori che hanno serie difficoltà a pronunciare la parola 'no' di fronte ad ogni richiesta dei figli.
Ed allora, il risultato è che abbiamo una società fatta sempre di più di adolescenti che crescono con la consapevolezza che tutto è dovuto a questo mondo, che nulla deve essere guadagnato con sudore, che è facile avere subito ogni cosa.
Eppure fior fiori di pediatri negli anni hanno sempre affermato che un figlio cresce sano quanto più un genitore è capace di dosare gratificazioni e frustrazioni.
E' morto anche, tristemente, un altro aspetto del vivere: il desiderio.
Oggi non si ha più il tempo di desiderare nulla. Perchè già si ha ciò che neppure si è pensato mai di arrivare ad avere. E quando muore il desiderio, ogni più dolce aspetto del vivere è compromesso.

mercoledì 15 ottobre 2008

Libertà o galera?

E' di questi giorni la notizia della semilibertà accordata a Pietro Maso, nonostante il delitto efferato che ha commesso circa 20 anni fa. Non mi soffermerò sul caso specifico, poichè il cambiamento nella vita di ognuno di noi può avvenire in 10 anni come anche in 10 giorni. Come molti sapranno, infatti, per il sottoscritto sono i "frammenti" della vita a giocare il ruolo nodale per ogni essere umano.
Ma è contro il sistema giudiziario italiano che desidero concentrare la mia attenzione.


Fermo restando, quindi, i cambiamenti che in ciascuno di noi possono intervenire in corso di vita, ho la ferma convinzione che quando si viene condannati per un reato commesso significa che si è ritenuto colpevole quella persona di un'azione. E per ogni tipo di azione c'è un tipo di pena.

Cosa significa questo? Che nel "qui e ora" il delitto, reato, è stato valutato come tale e, per questo, convertito in mesi, anni di carcere.

Ma allora perchè chi è stato condannato a 1 mese, 10 anni, 50 anni...non resta 1 mese, 10 anni, 50 anni in galera?

Al di la' di questo mio drastico pensare, che non nascondo in realtà di autovalutare come sacrosanto realismo, ci siamo mai chiesti l'immagine che diffondiamo a chi ancora si deve macchiare di reato? E qui non parlo solo del più atroce dei delitti, l'omicidio. Ma anche di un semplice furto...

Il "futuro delinquente" penserà: "Intanto provo a farla la rapina. Può essere che mi va bene, ma tanto anche se non mi va bene, manco ci finisco in galera. E se ci vado, mi fanno uscire immediatamente...."

Non ci sto. Sono un onesto cittadino che di fronte alle ingiustizie reclama dei diritti.

Ma a quanto pare oramai viviamo in uno Stato dove i diritti ed i doveri sono stati totalmente sovvertitii. Ignobilmente.

martedì 14 ottobre 2008

Il Bilancio di competenze...e poi?

Proprio in questi giorni sto realizzando per i miei allievi del Corso "Office Automation" di Fiumicino, dei report di bilancio di competenza che potranno servire loro come vademecum sul quale riflettere per le successive scelte, professionali e formative. Mi sto rendendo sempre più conto di come ci sia una volontà di crescita personale da parte dei giovani, ma di come nello stesso tempo si sia diffusa tra gli stessi una pericolosa consapevolezza che gli sforzi non portino mai a nulla di concreto nella vita. Sembra quasi che ci sia una sorta di virus che porta a pensare che in fondo: "è meglio ottenere quello che si può ottenere senza poi sforzarsi più di tanto".
Io che lotto da anni contro questo pressapochismo, resto di stucco quando noto una tale pessimistica rinuncia ad investire nelle proprie risorse. Senza la passione non credo che si possa andare molto avanti. Nella vita come nei settori di essa più specifici. Ed il lavoro è uno di essi.

Spero solo di riuscire a trasmettere ai miei allievi anche solo il mio credere che quando si fa qualcosa in cui si crede, l'unico ostacolo semmai è il tempo necessario a vedere dei risultati. Ma questi ultimi, prima o poi, arrivano sempre.

martedì 7 ottobre 2008

Relazioni Pubbliche

Quanti di noi hanno la consapeolezza del ruolo fondamentale che giocano, nel lavoro come nella vita sociale, le cosiddette "Relazioni Pubbliche"? Oggi ho avuto un fitto contatto email con un responsabile di una azienda di prodotti medici del nord. Mi ha scritto, in una di esse: "Abbiamo molto a cuore il servizio clienti".
Respiro di sollievo da parte mia.

Possibile che tanti, tantissimi imprenditori, dall'alto della loro esperienza, ancora fatichino a pensare quanto 'valore aggiunto' si otterrebbe se si dedicassero maggiori investimenti alle Relazioni Pubbliche?

In un'epoca di tendenza al risparmio per note vicende nazionali ed internazionali, che poco lasciano sperare economicamente parlando, la chiave vincente è rappresentata proprio dal mettere in relazione il proprio prodotto/marchio con lo strumento dell'ascolto e della risposta.

Il risultato ottenuto, chiaramente basato sull'investimento fatto, oltre a determinare la fidelizzazione del cliente, sicuramente porterebbe un bel po' di ritorno nelle casse aziendali.

Sondaggio ATTIVATO!

Per tutti coloro i quali volessero impegnare 2 minuti di tempo ho preparato, nella colonna laterale, un nuovo sondaggio, con scadenza il 31 dicembre 2008, nel quale si può esprimere la propria preferenza su quale sia l'aspetto più bello della vita.
Ovviamente, sono 15 voci, ma chiunque può scrivermi per farmi sapere quale aggiungere e rendere così il sondaggio più ricco e costruirlo insieme.

Buon tutto!

domenica 5 ottobre 2008

SONDAGGIO - La cosa più bella della vita

Ho intenzione fra qualche giorno di far partire un nuovo sondaggio per chiedere a tutti i visitatori del mio Blog quale è per loro la cosa più bella della vita.
Senza limiti alle idee, alla fantasia, alla voglia di esprimersi.

Sto preparando una lista di scelte...ma quanti di voi lo vorranno, potranno già cominciare a scrivermi le idee che andranno a far parte dell'elenco delle "bellezze della vita".

Tale sondaggio partirà sicuramente fra uno-due giorni.

Aspetto le vostre proposte..e nel frattempo auguro a tutti voi una nuova entusiasmante settimana!

giovedì 2 ottobre 2008

La politica

Più volte mi è stato riferito, direttamente o indirettamente, che le mie capacità e doti nella dialettica e nell'ars retorica mi potrebbero permettere di intraprendere la carriera politica. Non nascondo che ho più volte solleticato in me stesso questa idea. Mi piace parlare, mi piace organizzare, mi piace anche tirar fuori idee innovative che possano migliorare lo stile di vita delle persone (vedi per esempio una ludoteca multimediale, il cui progetto potrebbe essere realizzato in qualsiasi momento...).
Ultimamente, inoltre, non nascondo di essermi avvicinato a tale mondo, collaborando con un partito. In fondo reputo sia giusto schierarsi nella vita, quando si crede in certi ideali. Siano essi di natura morale, culturale o, per l'appunto, politici.
Staremo a vedere cosa succederà, ma nel frattempo lascio sempre aperte le porte a qualsiasi, futura, collaborazione e coinvolgimento.

mercoledì 1 ottobre 2008

Sognando la California (Dik Dik)

E' una canzone assai vecchia, ma ogni volta che la ascolto e' come se le emozioni mi prendessero ogni piu' nascosta parte del corpo. Avete mai avuto la sensazione di aver ascoltato qualcosa pur sapendo che non eravate ancora nati quando quel brano e' stato lanciato? Ecco, e' quello che capita a me.

E allora desidero condividerlo con voi..."Sognando la California" dei Dik Dik (1967)

martedì 30 settembre 2008

Il più bello dei mari (Hikmet)

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.

Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.

I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.

E quello che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.

La notte

Cala la notte. Un altro giorno se ne e' andato, assai faticoso psicologicamente per il sottoscritto. Emozioni, tensioni, intensità di sguardi, solitudini, lacrime. Non è stato facile, oggi.
La notte è bella ma nella sua atmosfera ti racconta silenzi alle volte inquietanti. Io ricerco, in essa, quelle voci interiori che oramai la frenesia quotidiana neppure lontanamente può donarci.
Attraverso queste voci cerco di scorgere sempre nuovi insegnamenti di vita, cosciente del fatto che solo andando incontro anche ai dolori più intensi possiamo imparare ad affrontarli.
Alle volte, siamo umani, sarebbe preferibile la fuga.
Ma a che serve?

Si può fuggire dalle persone, ma non dalle emozioni. Belle o brutte che siano.

Allora lasciare che esse dialoghino con te, può permetterci di conoscere un po' di quel mistero che questa straordinaria vita ci riserva in ogni minimo secondo di ogni singolo minuto, di ogni interminabile ora...........

La Croce Rossa Italiana

Oggi ho conosciuto un nuovo mondo: quello della Croce Rossa Italiana. Non mi aspettavo una tale carica di energie, di spirito di fratellanza, di unione. L'ho conosciuta in una occasione assai triste, ma forse, come ho sempre dichiarato a me stesso, sono le situazioni più tristi quelle che ti fanno apprezzare completamente la bellezza di un gesto o la natura di un simbolo che si fa persona.
Ho sempre apprezzato, da persona (lo ammetto) individualista, che quando ci troviamo al cospetto di un gruppo, qualsiasi difficoltà, problema o inconveniente diventa superabilissimo.
Ed oggi ne ho avuta l'ennesima conferma.
Mi piaceva, in queste poche righe, ricordare insieme alla Croce Rossa, le migliaia, le moltitudini di persone che, con forte spirito di sacrificio, sono sempre al nostro fianco nelle situazioni più disperate, come per esempio i Volontari.
In ogni campo, chi fa Volontariato è meritevole di plauso e di elogio, poichè ciò che anima il cuore è sempre umanamente assai più ricco della ricchezza del denaro.
Chi di voi vuole visitare il sito ufficiale della Croce Rossa Italiana, può CLICCARE QUI
Chi di voi vuole visitare il sito ufficiale della Croce Rossa Italiana, sezione romana, può CLICCARE QUI

L'arcobaleno della vita

La vita è proprio come un arcobaleno che provvede ad unire due momenti fondamentali del nostro vivere: la nascita e la morte. In mezzo, mi piace pensare che tutti quanti noi , quello che produciamo, quello che conquistiamo, quello che raggiungiamo, lo possiamo rappresentare in tutti i colori dell'arcobaleno. Il rosso, il giallo, il verde, l'azzurro, colori che riempiono la nostra quotidianeità provvedono a regalarci quelle emozioni che ci permettono di riempire di energia quel contenitore che è la vita.
L'Alfa e l'Omega, come ogni processo esistenziale.

Per tutto c'è un inizio. Ma per tutto c'è una fine.

Ma ciò che più bello accade nel nostro vivere è il sorprenderci giorno dopo giorno, figli di un universo di colori, cui ognuno di noi, singolarmente, può offrire il suo personalissimo "colpo di pennello".

lunedì 29 settembre 2008

Non sopporto l'arroganza

Una persona conosciuta semplicemente per telefono. Tranquille conversazioni nella prospettiva di una sana e pura amicizia, seppur telefonica. Poi un giorno questa persona la si chiama e ti dice: "Guardi che ha sbagliato numero". Passa del tempo. E ti dice: "se TU vuoi chiarire, mi puoi chiamare".
Odio l'arroganza di chi non comprende, con umiltà, uno sbaglio e con altrettanta umiltà, lo riconosce.
Ma come? Tu sei la persona che mi ha ferito, disconoscendo per motivazioni anche le più sacrosante, quanto di bello ed amichevole si stava costruendo, ed io debbo voler chiarire?

La carità cristiana porterebbe a pensare questo. Io, che sono un uomo che si ritiene spirituale ma non religioso, ti ho chiamato. E tu? Continui ancora a disconoscere che un minimo di chiarimento me lo avresti potuto e DOVUTO offrire. Perchè sei impegnata con figli e faccende di casa. E oltretutto, essendo sposata, temi. Hai scheletri nell'armadio. Evidentemente. Visto che non c'e' nulla di male nell'avere una amicizia, oltretutto a distanza.

Ma sai che ti dico? Va a quel paese tu e la tua arroganza. La tua solitudine interiore può esser circondata da mille persone. Resti sempre, drammaticamente, sola. Con la tua arroganza.

domenica 28 settembre 2008

Un angelo nel cielo

Da quest'oggi un angelo in più è presente nel cielo stellato. E' un angelo che ha lottato per la vita, ma che la vita ha deciso dovesse continuare a donare la sua luce là dove nessuno può arrivare.
Quando sai che hai lottato tanto, ma la malattia ti ha logorato prima ancora il cervello e poi il corpo, la paura arriva a sommergerti, togliendoti il fiato.

Non sai cosa fare.

E' come quando ti strappano le corde vocali nel sonno e, svegliandoti, parli, gridi, urli. Ma nessuno ti sente, perchè il tuo è un grido disperato che nessuno mai potrà sentire. Figuriamoci, ascoltare.

E infine, quando i pezzi del puzzle della tua vita divengono tutti così tremendamente identici, non riesci più a capire quali siano le sue sfumature. Che erano proprio quelle che la rendevano allegra, esaltante, unica.

Unicamente bello è stato il tuo viaggio qui tra di noi....ora un altro viaggio ti attende, accolta da mille angeli.

Claudia. Un nuovo, meraviglioso e luminoso, angelo nel cielo.

sabato 27 settembre 2008

Voglia di rialzarsi

Analizzando la letteratura psicologica in materia di dolore, di cure per pazienti che soffrono di mali "cosiddetti incurabili" (cosa ci costringe mai a pensare alla incurabilità se prima non proviamo a lottare?), di psico-oncologia, ho notato che si parla soprattutto di "accompagnamento alla morte", di "comunicazione al malato", di "farmacologia di supporto".
Nulla vien detto (o poco, per carità) in merito di ciò che può esser fatto per chi dal dramma di una malattia come un tumore, fortunatamente, è uscito o sta uscendo.

Assicuro il lettore che il lento percorso verso la morte ha certamente le sue difficoltà ed i suoi drammi nel dramma; ma è altrettanto, estremamente delicato ed indescrivibile il circolo vizioso che si attiva quando una persona, entrata nella spirale della malattia, deve uscirne fuori perchè ne ha le possibilità.

Ho detto bene. Le possibilità.

Spesso però le possibilità non fanno rima con consapevolezza di ciò che è stato rispetto a ciò che può ritornare ad essere, una persona "ex-malata".

Il lavoro di equipe allora risulta essere una delle carte vincenti per restituire, gradatamente (sottolineato mille volte) quel vissuto che è lo "switch", l'interruttore sano che può portare la persona a reimpossessarsi della propria vita.

Se gli operatori che lavorano con una persona "ex malata" hanno tutti la volontà di fare il meglio, nel rispetto delle rispettive competenze, allora risulta di fondamentale importanza remare verso gli stessi lidi, piuttosto che affrontare rotte differenti, seppur finalizzate al "bene" finale.

Questo "interruttore" alle volte è ben visibile alla persona sofferente, ma altre il buio presente nella propria vita determina la vera paura di una accensione di quella luce, perchè a far paura è ciò che il buio nasconde.

Ancora una volta, dirompente, è il "tempo" a rappresentare la chiave vincente. Lavorare su di esso può essere una delle chiavi vincenti.

mercoledì 24 settembre 2008

Un bellissimo testo

Ieri sera ho ricevuto una email da una mia ex allieva di un corso terminato qualche mese fa. Questa email conteneva un documento che lei stessa mi invitava a leggere e commentare. Mi è piaciuto molto e desidero condividerlo con tutti voi, non tanto per la "quasi magia" che contiene al suo interno, ma per il forte, fortissimo messaggio simbolico che regala a tutti coloro i quali voglio fortissimamente credere che ottenere il meglio da noi stessi si può. Sempre.
E' un po' lunghetto, ma vi assicuro che merita...Ecco il documento.



CAMBIARE IO?

Traduzione Carol Saito gentilmente concessa dal Dr. Ihaleakala Hew Len.
Due anni fa, sentii parlare di un terapeuta che, alle Hawaii, curò un intero reparto di pazzi criminali, senza mai vederne nemmeno uno.
Lo psicologo studiava la cartella di uno dei pazienti e guardava dentro di sé per vedere come aveva creato la malattia di quella persona. Migliorando sé stesso, il paziente migliorava.

Quando sentii questa storia per la prima volta, pensai fosse una leggenda urbana. Come potrebbe qualcuno guarire qualcun altro,guarendo sé stesso? Come potrebbe, anche il più grande maestro di auto-miglioramento curare un pazzo criminale? Non aveva alcun senso.
Non era logico, quindi accantonai la storia. Ad ogni modo, la sentii nuovamente un anno dopo. Seppi che il terapeuta aveva usato un processo di guarigione Hawaiano chiamato ho 'oponopono. Non ne avevo mai sentito parlare, tuttavia non riuscivo a togliermelo dalla mente. Se la storia fosse stata vera, avrei dovuto saperne di più.
Avevo sempre inteso la "responsabilità totale" nel senso che sono responsabile di ciò che penso e faccio. Quanto va oltre a ciò, è fuori dalla mia portata.

Penso che la maggior parte della gente pensi alla responsabilità totale in questi termini. Siamo responsabili di ciò che facciamo, non di ciò che fa una qualunque altra persona. Il terapeuta Hawaiano che curava quelle persone malate di mente mi avrebbe insegnato una nuova prospettiva avanzata riguardo alla responsabilità totale.
Il suo nome è Dr. Ihaleakala Hew Len. Abbiamo trascorso circa un'ora a parlare, durante la nostra prima telefonata. Gli chiesi di raccontarmi la storia completa del suo lavoro come terapeuta. Mi spiegò che aveva lavorato al Hawaii State Hospital per quattro anni.


Quel reparto dove tenevano i pazzi criminali era pericoloso. Gl i psicologi si dimettevano dopo un mese. I dipendenti si davano spesso per malati o si dimettevano direttamente. La gente attraversava il reparto con le spalle al muro, nel timore di essere attaccata dai pazienti. Non era un luogo piacevole in cui vivere, lavorare, o da visitare. Il Dr. Len mi disse di non aver mai visto i pazienti. Concordò di avere un ufficio e passare in rassegna le loro cartelle.
Mentre guardava le loro cartelle, lavorava su sé stesso. Mentre lavorava su sé stesso, I pazienti iniziavano a guarire.
Dopo alcuni mesi, ai pazienti che dovevano essere legati, era concesso di camminare liberamente, mi disse. Altri, a cui venivano somministrate grandi quantità di farmaci, smettevano di prendere farmaci.
E quelli che non avevano speranze di essere rilasciati, venivano liberati. Ero sgomento. Non solo, continuò, idipendenti iniziarono a venire al lavoro volentieri. L'assenteismo ed il continuo ricambio di dipendenti ebbero termine.
Ci ritrovammo con più personale del necessario, perché i pazienti venivano dimessi, e tutti i dipendenti si presentavano al lavoro.

Oggi, quel reparto è chiuso. A quel punto, feci la domanda da un milione di dollari: Cosa facevi dentro di te, che causava il cambiamento di quelle persone? - Curavo semplicemente la parte di me che le aveva create, disse.
Non capivo. Il Dr. Len spiegò che responsabilità totale per la propria vita significa che tutto nella tua vita semplicemente perché è nella tua vita, è tua responsabilità . Letteralmente, il mondo intero è una tua creazione. E' dura da digerire!
Essere responsabile di ciò che dico o faccio è una cosa. Essere responsabile di ciò che dice o fa chiunque altro nella mia vita è un'altra!

Tuttavia, la verità è questa: se ti assumi la completa responsabilità della tua vita, allora tutto ciò che vedi, senti, assaggi, tocchi, o sperimenti in qualche modo è tua responsabilità, perché è nella tua vita. Ciò significa che l'attività terrorista, il presidente, l'economia, qualunque cosa sperimenti e non ti piace è in attesa che tu la guarisca.

Non esiste, in un certo senso, se non come proiezione da dentro di te. Il problema non è nella cosa stessa, ma in te, e per cambiarla, devi cambiare te stesso. So che è duro da comprendere, accettare, e vivere concretamente. Il biasimo è molto più facile della responsabilità totale, ma, mentre parlavo col Dr. Len, iniziai arendermi conto che guarire, per lui e nell'Ho 'oponopono, significa amare te stesso. Se vuoi migliorare la tua vita, devi guarire la tua vita. Se vuoi curare qualcuno anche un criminale malato di mente lo fai guarendo te stesso.

Chiesi al Dr. Len come facesse a curare sé stesso. Cosa faceva, esattamente, quando guardava le cartelle di quei pazienti?Continuavo semplicemente a dire Mi dispiace; e Ti voglio bene più e più volte, spiegò.
Tutto qui? Tutto qui.
Salta fuori che amare sé stessi è il miglior modo di migliorarsi, e mentre migliori te stesso, migliori il tuo mondo. Ecco un rapido esempio di come funziona: un giorno, qualcuno mi ha mandato un';e-mail che mi ha stravolto. In passato avrei affrontato la situazione lavorando sui miei tasti emotivi dolenti, o cercando di ragionare con la persona che aveva mandato il brutto messaggio.
Questa volta, decisi di tentare il metodo del Dr. Len. Continuai a dire in silenzio:Mi dispiace e Ti voglio bene. Non lo dicevo a qualcuno in particolare. Stavo semplicemente evocando lo spirito dell'amore affinché guarisse, dentro di me, ciò che stava creando la circostanza esterna. Dopo un'ora ricevetti un'e-mail dalla stessa persona. Si scusò per il suo precedente messaggio.

Non compii alcuna azione esterna per ricevere quelle scuse. Non gli avevo nemmeno risposto. Tuttavia, dicendo Ti voglio bene in qualche modo curai dentro di me ciò che lo stava creando.In seguito seguii un seminario condotto dal Dr. Len, che ora ha 70 anni, è considerato uno sciamano benevolo, e vive una vita appartata.
Mi ha detto che mentre miglioro me stesso, la vibrazione del mio libro s'innalza, ed ognuno lo sentirà leggendolo. In breve, mentre miglioro, migliorano i miei lettori. E per quanto riguarda i libri già venduti, là fuori, chiesi? Non sono là fuori, spiegò, dischiudendo nuovamente la mia mente con la sua saggezza mistica. Sono ancora dentro di te.

In breve, non c'è nessuno là fuori. Ci vorrebbe un intero libro intero per spiegare questa tecnica avanzata con la profondità che merita. Basti dire che quando vuoi migliorare qualcosa nella tua vita, c';è un solo luogo in cui guardare: dentro di te.
Quando guardi, fallo con amore.
Un abbraccio di luce,
Carol

lunedì 22 settembre 2008

Il dolore

Cosa è il dolore? E' sicuramente l'impossibilità di avere il controllo e la gestione sulle proprie emozioni quando esse prendono il sopravvento sul nostro Io e, nella ricerca di una dimensione che ci permetta di poter reagire agli eventi, in realtà ci fa ritrovare ancora più nel baratro.
Dolore è osservare una persona soffrire di una sofferenza che ancor prima che organica è interiore, intangibile, quasi inarrivabile perchè non potendo "toccarla" non te la puoi togliere di dosso.

Dolore è vedere il tempo che trascorre inesorabile, senza poterlo fermare, rallentare; un tempo che ci rende ancor più indifesi poichè ci toglie la più grande risorsa che si possa avere dalla vita: quella di fare ciò che desideriamo fare, coerenti con la nostra età.

Dolore è contrario di piacere e come tale è provare un senso di fastidio alle volte talmente lancinante che non riusciamo a comprenderne la provenienza e nel disperato tentativo di debellarlo colpiamo ogni cosa, bella e brutta che ci accade.

Dolore è pensare sempre al negativo anche quando un barlume di gioia si affaccia alla nostra vita.

Ma sono convinto che qualsiasi dolore non viene mai tanto per sottrarci qualcosa di bello alla nostra vita. Viene per donare a noi, e forse anche a chi ci circonda, l'occasione per comprendere quanto bella sia invece questa nostra presenza sulla terra e per farci apprezzare proprio quelle piccole cose che un tempo pensavamo non ci potessero servire a nulla.

Io credo fermamente che un dolore (per una malattia, per la morte di un nostro caro, per una qualsiasi grave perdita o menomazione) viene sempre per capire quanto importante sia non ciò che perdiamo, ma ciò che continuiamo ad avere...ed il percorso verso tale consapevolezza è proprio quel "qualcosa" che occorre elaborare per poterlo gustare.

martedì 16 settembre 2008

Le cure palliative

Ultimamente mi sto interessando alle cosiddette cure palliative, ovvero tutte quelle cure che e' importante donare a chi si ritrova, sfortunatamente, a vivere una condizione di malattia cronica. Che sia un tumore o la necessita' di fare a vita dialisi, sempre e comunque i fantasmi ed i timori per la propria aspettativa di vita entrano fortemente in gioco in queste persone, per non parlare dell'argomento "morte" che ben presto entra prepotentemente ad appensatire ancor di piu' il gia' grave fardello. Pare ci sia sempre una maggiore sensibilizzazione verso le cure non piu' solo riferite all'organo fisico, ma una presa in carico del paziente anche dal punto di vista psicologico. Ho letto una splendida frase girando per Internet e voglio condividerla con voi, proprio legata al dolore interiore, umano, emotivo di tutte quelle persone che sanno di dover affrontare un difficile percorso di vita.

"Alla base di questa filosofia (delle cure palliative, ndr) resta sempre il rispetto dell’essere umano sofferente, l’attenzione al dettaglio, a tutto quello che si può e si deve fare quando "non c’è più niente da fare": l’attenzione alla vita del paziente, anche se brevissima, privilegiandone gli aspetti qualitativi e arricchendo ogni suo istante di significati e di senso; la capacità di ascoltare, dare presenza, restaurare i rapporti umani ed entrare in rapporto emotivo con pazienti e familiari.
Infine, una corretta "filosofia" nell’approccio palliativo deve comprendere la capacità di saper riconoscere i propri limiti come curanti e terapisti, recuperando il senso profondo della medicina come scienza ed arte per la salute psicofisica dell’essere umano.
Cure palliative non vogliono dire eutanasia, ma sono l’espressione di un approccio medico basato
su conoscenze scientifiche e sull’attenzione continua nella loro applicazione.
La malattia non è soltanto il fenomeno morboso in quanto tale, ma anche e particolarmente l’esperienza che di questo fenomeno ha il soggetto ed in particolare i vissuti di sofferenza, dolore, stanchezza, le paure, gli aspetti psicologici e relazionali".

giovedì 11 settembre 2008

Una poesia dedicata a tutte le donne...










IL TUO PROFUMO CALDO

Quel giorno sentii la tua presenza,
discreta ma devastante.
Quel giorno dissi al mio cuore
Per lei sarà passione sconvolgente.

Sola vagavi per le stanze
Ignara del mio sguardo su di te.
Già sentivo quel calore
Che oggi è fuoco rovente al cervello.

Poi poggiai le mie labbra alle tue
Sfuggente come lepre timorosa,
ma io correndo ti ho raccolto
ed il profumo tuo oramai ho dentro.

Tutto di te batte in ogni istante
E grande e troppo è il tormento
Spinge la mia solitudine tremenda
A volerti tutta, dolce ed aggressiva.

Pretendimi come facesti quella notte
Fammi sentire tuo uomo fra i maschi.
Donerò dell’uomo il mio coraggio
E del corpo il frutto che già fu tuo.

Sognami, Fata incantata.
Sognami tra i funghetti del bosco magico.
Questa notte svelerò della vita ogni segreto
Per donartelo sottoforma di una rosa.

lunedì 1 settembre 2008

Chi è il "Formatore"?

Definizione
Nella nuova cultura organizzativa del sistema formativo il formatore è un docente che opera in ambiti pluralistici (agenzie formative, strutture aziendali, società di consulenza e di formazione). In altri termini, il ruolo del Formatore è di costruire e/o consolidare i legami tra formazione e lavoro, nel qualificare, riqualificare e aggiornare le forze di lavoro.
Il Formatore può assumere funzioni più o meno ampie o specializzate a seconda della richiesta, delle sue competenze e dell'ampiezza e differenziazione funzionale presente nell'équipe in cui opera. In ragione della organizzazione necessaria al perseguimento degli obiettivi formativi può cioè, occuparsi solo della gestione didattica oppure dell'analisi dei fabbisogni, della progettazione, della selezione dei candidati, della valutazione, del monitoraggio, etc. Un Formatore può trovarsi a realizzare iniziative di formazione anche molto diverse tra di loro (quanto a contenuti, destinatari, etc.) e deve essere in grado di individuare le metodologie e gli strumenti più adeguati per fronteggiare le necessità della committenza e dell'utenza.

Tratto da http://www.isfol.it/ - ISFOL (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori)

Per continuare a leggere....

Ripresa attività

Oggi, primo settembre, si riprende la normale routine lavorativa. Mille giri, appuntamenti, organizzazione attività che questo mese saranno davvero intense e numerose...
Buon lavoro a tutti quanti e che sia una ripresa all'insegna del successo e della serenità.

giovedì 7 agosto 2008

Chi sono?

Sono fondamentalmente convinto che le persone sono quello che fanno e non quello che dicono. Anche per questo non piace descrivermi per quello che sono.
Chi sono posso però dirlo con una serie di aggettivi/piccole frasi. Poi sta a chi mi incontra, virtualmente o realmente, prendere questi aggettivi come pezzi di puzzle ed eventualmente farsi una idea, rendendoli corpo unico attraverso una conoscenza piu' "umana".

Sono un poeta, un coccolone, un concreto, un dialogatore, un ambizioso, un permaloso, un irascibile di fronte a qualsiasi tipo di violenza, una persona capace di farsi 50 km per comprare una Coca Cola se me lo si chiede con garbo, ma di lasciare soffrire di dolore anche se una farmacia sta sotto casa si è arrogante nei modi; sono un combattente, un uomo che e' diventato tale a 11 anni, un uomo che ama la vita perche' ha conosciuto la morte.

mercoledì 6 agosto 2008

Il grillo parlante

Chi è il grillo parlante?
E' la voce di tante persone che danno fiato alla bocca, alimentando il mio disgusto sul vivere mediocre di certa gente. E' il parlare di certa gente con l'intelligenza del deteretano capace solo di emettere ciò per il quale il deteretano è stato ideato da Madre Natura. E' la vacuità umana che pur di 'apparire' morale, scade nel moralismo; pur di essere plaudita, è disposta allo scempio del sorriso di facciata.

Ma il grillo parlante, non è neppure minimamente paragonabile al Super-Io di freudiana memoria perche' almeno, in quel caso, il caro psicanalista vedeva in questa istanza la nostra e di tutti capacità di limitarci di fronte al piacere. Io nei "grilli parlanti" vedo il piacere perverso della promessa di un si, che nasconde la malvagità del loro essere.

Tutti i grilli parlanti sono persone meschine perchè quando si rendono conto di aver fatto il loro gioco sporco saltano con balzo furtivo in un'altra zona pronti ad infestare con le loro nauseabonde e putride presenze.

I grilli parlanti sono le persone che, come Giano Bifronte, le conosci perchè loro vogliono farsi conoscere...ma quando le conosci èoramai troppo tardi perchè si girano e partono mille pugnali dritti al tuo cuore che non può a quel punto che sanguinare.

I grilli parlanti sono coloro i quali pensano di farti conoscere i lato luminoso della vita, con la oro dialettica forbita ed il loro eloquio sopraffino, ma che ad un occhio più attento rivelano un lato oscuro peggiore del più nero dei neri.

lunedì 4 agosto 2008

Il caro libri...

Mi domando perchè una persona non possa avere il piacere di veder pubblicati i propri scritti per motivi economici. Mi spiego. Attualmente ho nel carniere due mie pubblicazioni (il mio libro di poesie e il mio libro su orientamento e formazione professionale) il cui costo è stato di circa 3 milioni delle vecchie lire. Mi rendo conto di non esser eun Baricco o un Bruno Vespa della situazione...ma è anche vero che come in altri campi dell'economia e del commercio, farsi largo non è cosa facile.
Attualmente ho in cantiere la possibilità di dare alle stampe altri miei 3 libri (uno che è la riedizione di "Frammenti di sogni nella notte", con nuove poesie, un altro che tratta delle "mappe concettuali" ed il terzo inerente la motivazione, la gratificazione e l'aggiornamento professionale). Ma chi di voi gira un po' tra le case editrici avrà la triste scoperta che sono poche quelle che ti offrono l'opportunità di un loro supporto e, quando questo è possibile, le cifre proposte sono a dir poco astronomiche.

Ebbene, in mezzo alle schifezze di questa nostra Italia, ci sta pure posto per il campo editoriale.

No comment

Un paio di mesi fa ho provato a scrivere due lettere, una al Presidente della Repubblica ed una al Presidente del Consiglio dei Ministri, per far presente una situazione, a dir poco ignobile, che si sta verificando dal punto di vista professionale, nei confronti di chi, come me, lavora nel campo della formazione, da libero professionista. Chi appunto come me lavora oramai da 10 anni in tale campo sa benissimo quanta pazienza occorra prima di vedere un barlume di compenso per quanto si è fatto durante un corso...Ma questa volta si è superato ogni limite e da un anni io, come numerosi altri docenti, attendiamo dei pagamenti che neppure all'orizzonte si scorgno!
Sono un combattente, in tutti i sensi, e credo che pur essendo sinceramente disgustato ed amareggiato per non essere stato, come cittadino, degnato neppure di una misera risposta, da Autorità così importanti a livello nazionale, ora mi rimbocco le maniche e proverò a far sentire il mio grido anche alla stampa, che molto spesso si è dimostrata assai attenta, se non altro per "fare notizia", a queste vicende.

giovedì 24 luglio 2008

La mappa degli ambiti di lavoro di uno psicologo

Qui accanto potete visualizzare una nuova mappa, relativa agli ambiti professionali nei quali potrebbe essere chiamato in causa uno psicologo che non desideri occuparsi di 'clinica' ma di formazione, orientamento e contesti legati ad Internet.
Ovviamente, questi rappresentano ambiti che vanno presi in considerazione, in alcuni casi, associandoli ad altre professionalita' tecniche che, nell'ottica del lavoro di equipe, possono produrre vantaggi, successo e produttivita' e, quindi, fare la differenza nel mercato della concorrenza. Buona consultazione!

Chiarimenti sulla Psicologia

Mi succede alquanto spesso, direi quasi sempre, che all'inizio di un qualsiasi corso di formazione, presentandomi come professionista psicologo, i miei nuovi allievi mi osservino con una sorta di sguardo sospettoso. Prontamente (oramai ho capito il motivo) spiego che la mia funzione di psicologo, in quella circostanza, non e' assolutamente quella di clinico e quindi di andare alla ricerca di una qualche psicopatologia tra le persone che hanno deciso di frequentare il corso stesso.
Esiste purtroppo un pensiero diffuso che porta la gente ad associare lo psicologo SOLO a colui il quale si occupa del danno psichico, del problema psicologico, insomma degli aspetti psicopatologici del vivere.

Vorrei sfatare finalmente questa idea, in questa sede. Chiarendo che, fermo restando il pregevole lavoro che fanno i colleghi clinici, che di psicologia clinica si occupano, uno psicologo puo' anche essere impiegato in altri settori.
Come per esempio il settore del lavoro, della formazione, dell'orientamento professionale, della selezione del personale, della gestione delle risorse umane, della valutazione, della costruzione di reattivi e test psicologici, nella scuola, in internet, nel marketing, ovvero in tutti quei settori dove lo 'scambio clinico' esiste, ma viaggia su canali che non sono quelli della diagnosi/prognosi/terapia.

In una delle successive mie mappe, indichero' in quali settori alternativi al clinico e' possibile vedere all'opera o utilizzare uno psicologo.

martedì 15 luglio 2008

Profumi

C'è qualcosa di inconfondibile che è difficile anche da descrivere a parole, che mi prende quando mi reco nei posti che mi hanno visto crescere e diventare uomo. E' proprio vero che le origini non si possono né dimenticare né tantomeno allontanare, soprattutto quando queste coinvolgono i tuoi sensi più intimi e profondi, come per esempio l'olfatto.
Il profumo del mare, il profumo della pelle della gente, il profumo alimentato anche dalla stessa visione di paesaggi che non puoi trovare altrove...i profumi attivano i ricordi ed insieme scatenano in me emozioni. Ecco il bello del crescere: poter assaporare profumi, ricordi, emozioni. (nell'immagine, una pianta di lavanda)

Le scelte di vita

All'interno del film “Matrix” che rivedevo volentieri, ma con più calma, qualche giorno fa, c'è una scena nella quale uno dei protagonisti offre a Neo (il protagonista impersonato da Keanu Reeves) due pillole: una rossa ed una blu.
La prima permette di lasciare le cose della vita così come si trovano in quel momento, mentre la seconda, quella blu, di vivere una vita “parallela”, ma ricca, ricchissima di metafore, significati e spunti di riflessione.
Quante volte, di fronte a delle scelte di vita, abbiamo deciso di voltare lo sguardo e non buttarci nella mischia? Quante volte abbiamo desiderato “cambiare il mondo” con il nostro contributo e ci siamo riusciti perchè abbiamo creduto nelle nostre potenzialità? Io credo fortemente che quando si vuole qualcosa, questo qualcosa lo si raggiunge. Forse a prezzo di sacrifici, oppure di tempi assai più lunghi del previsto, ma lo si raggiunge. E daltronde quale traguardo di vita non è così gratificante se non proprio quello che ti obbliga quasi a fare fronte a tutte le tue risorse? Ho sempre dichiarato che occorre guardare le nostre spalle e sapere che c'è sempre qualcuno a quale tocca dire “grazie” nella nostra vita. Ma penso che questo qualcuno sia fondamentalmente il proprio padre o la propria madre...per il resto siamo solo noi a fare il nostro destino ed il nostro futuro.

mercoledì 2 luglio 2008

Laurea o pezzo di carta?

L'altro giorno mi è capitato un episodio assai spiacevole. Mentre facevo lezione, davanti alle mie allieve, è entrato un impiegato della scuola dove è presente il mio centro di formazione e con fare spavaldo ha affermato: "Bozza, la scuola chiude. Che sta facendo ancora qui?"
Da premettere che trattasi di Stage che mi vede seguire quattro studentesse che non sono a conoscenza del mio rapporto con questa persona che, in momenti non istituzionalmente formali, scherza in modo reciproco col sottoscritto.
Ovviamente, la mia replica è stata dire che io ero lì (e lì rimanevo) sia perchè avevo da far lezione, sia perchè pagato per stare fino alle 20.00.
Mi sono ripromesso di riprendere il discorso appena questa persona mi ricapiterà sottomano, ma nel frattempo ancora un volta mi chiedo che razza di persone esistano sulla faccia della terra.
Dopo essermi sudato non quattro ma mille camicie per prendere una laurea, vedermi riconosciute determinate competenze ed un ruolo di insegnante, debbo interfacciarmi con persone di siffatto, anzi di malfatto spessore?
Il 1 luglio ha rappresentato per me un altro giorno di svolta.
Ho fatto quello che una volta da piccoli dicevamo essere un "fioretto".
Ed ho deciso che d'ora in poi ad educazione risponderò con educazione, ma a 'burinaggine' risponderò con altrettanta 'burinaggine'.
E' finito il tempo in cui la laurea doveva esser equiparata ad un pezzo di carta....
Ora si cambia!

martedì 1 luglio 2008

Le zavorre

In questo mondo fatto di pressapochismo e di degenerazione della professionalità e del rispetto tra gli esseri umani, sinceramente, sentir parlare la gente che occorre gettare le 'zavorre' che ci legano al puntiglio equivale a perdere di vista la lucidità di mente.
Ci sono persone che oramai si nascondono dietro al fatto che hanno problemi vari, per carità rispettabilissimi, ma che sono capaci solo di recriminare i loro personali diritti, ma non riconoscerli mai agli altri, col risultato che alla fine sembra quasi che appari come tu l'essere marziano sceso su questa terra.
Si chiede precisione, ma non la si offre.
Si chiede puntualità, ma i ritardi diventano l'abitudine.
Si chiede serietà, ma quando sei tu a chiederla, alla fine non te la donano.

martedì 24 giugno 2008

La formazione in...definizione

"Io credo che la formazione debba aiutare le persone ad apprendere e a cambiare, cioè a crescere.
Ma credo che il suo contributo maggiore sia proprio nell’intervenire sulle situazioni di “fermata obbligatoria” in cui l’individuo, suo malgrado, è caduto e da cui, suo malgrado, non riesce ad uscire."
(da "I segreti di un formatore di successo" di Clark Lambert, Franco Angeli, Ed.2008)
Aggiungerei un mio piccolo, personalissimo pensiero in merito a cosa rappresenta per il sottoscritto, la Formazione, la quale si basa su: "La Passione, la Volontà e l'Energia inesauribile del sapere che la propria crescita personale diventa crescita dell'altro, attraverso un processo di comunicazione nel quale il discente avverte il docente come una risorsa dalla, e con la quale, confrontarsi".

venerdì 20 giugno 2008

Trasformazioni

Eric Serra - The Dark Side Of Time lyrics LyricsMode.com

Mi piacerebbe che chi si è avvicinato al mio Blog, possa darsi l'opportunità di ascoltare il brano che è possibile raggiungere al link sopra presente.
Si tratta di "The dark side of time", brano composto da Eric Serra, autore delle splendide e di atmosfera musiche del film "Nikita" di Luc Besson (1990).
Si tratta di un film che non appartiene alla triade già citata dei film che ritengo 'insuperabili', ma che sicuramente riveste un grande 'appeal' per il sottoscritto per la trama, per alcune scene, per talune frasi del copione, nonchè proprio per le musiche e la colonna sonora.
Insieme a "Leon", altro film da brivido di Besson, Nikita rappresenta l'esaltazione dell'espiazione di una colpa, il marchio indelebile che una donna, un essere umano, porta con se e la costringe a perpetrare omicidi su omicidi, partendo proprio da un omicidio da lei stessa compiuto.
Vien da porsi la domanda: "esiste nella vita di ognuno di noi un confine oltre il quale ci si può redimere o rimettere una colpa o un peccato"?

giovedì 19 giugno 2008

Dire "grazie"

A qualcuno dobbiamo pur dire grazie, prima o poi. Per esempio, io mi sento di dire grazie sicuramente a mio padre se sono arrivato ad essere un uomo che ha potuto coronare il sogno di laurearsi, tra l'altro in un ambito per il quale la passione ha sempre rivestito un ruolo primario. Sicuramente l'impegno a studiare, a prepararmi, ad arrivare al traguardo della laurea, se non lo avesse messo il sottoscritto, non avrebbe determinato alcunchè di buono, ma dal punto di vista economico, se non ci fosse stato mio padre, credo che difficilmente sarei potuto approdare qui a Roma, studiare per 5 anni dovendo fare fronte a spese enormi (chi vive o ha vissuto recentemente a Roma sa cosa vuol dire vivere, ma anche sopravvivere, nella capitale).
Ma debbo dire grazie anche ad Antonio (solo lui potrebbe riconoscersi in questo mio ringraziamento), che mi ha permesso di lavorare in Telecom Italia per ben 3 anni, acquisendo tutte quelle competenze informatiche e inerenti la Rete ed il Web che oggi posso affermare stanno costituendo gran parte del mio sostentamento. Il paradosso, debbo purtroppo ammetterlo, è che attualmente guadagno molto piu' per le mie competenze informatiche che per quelle psicologiche che, sicuramente utili in contesti formativi, non riuscirebbero a rendermi autonomo. Si stringono i denti, quindi, nella speranza che possa esserci presto una terza persona alla quale poter dire "grazie".

mercoledì 18 giugno 2008

Progetto Hospice

Sono oramai diversi mesi che ho pronto, tra i vari miei progetti in cantiere, quello che ritengo (insieme alla Multiludoteca) il mio 'fiore all'occhiello'. Si tratta di un progetto di Hospice, ovvero un insieme di attività, sia di consulenza che di formazione, che è possibile attivare in una struttura sanitaria pubblica o privata, capace di rendere oltre che più prestigiosa la struttura stessa, soprattutto molto più idonea ad affrontare gli aspetti umani, psicologici e di gestione della vita di reparto.
Il mio progetto prevede un intervento mirato sia nei confronti dei pazienti che dei parenti, ricoverati in reparti dove il dolore e la sofferenza sono cibo quotidiano (terapia intensiva, oncologia, nefrologia, malattie infettive, ecc.), ma anche il supporto psicologico e/o formativo al personale medico e paramedico.
E' un progetto totalmente studiato negli ultimi mesi con la redazione di materiali cartacei ed informatici di supporto, finalizzati a spiegare il modello di intervento previsto.
Sto provando a contattare diverse strutture, diversi Direttori Sanitari....come sempre non demordo mai, ma ci sarà qualcuno disposto a darmi credito?

E, come sempre, la speranza è l'ultima a morire..........

martedì 17 giugno 2008

I poveri sempre più poveri...i ricchi sempre più ricchi

Questo post mi è passato dalla mente più volte negli ultimi tempi, proprio in relazione agli Europei di calcio che sono partiti a giugno. Unito ad un periodo di mia vita, che mi vede estremamente polemico con tutto e con tutti, proprio non riesco a digerire l'idea che una vittoria dell'Italia debba permettere al calcio italiano di intascare un milione di euro, quando c'e' gente che deve veramente fare i conti con pensioni da 400 euro al mese! Sicuramente potrò apparire ad alcuni come scontato...ad altri come moralista, ma sono convinto che i miei pensieri sono in molti a farseli. Il guaio di questa nostra Italia (come se non fossero già tanti) è che si parla, si fanno proclami, si parla persino in telegiornali e rotocalchi, ma alla fine la concretezza non la si vede. Da nessuno.
"In medio stat virtus" dicevano gli antichi. Ma, forse perchè proprio antichi, la società d'oggi non ha alcuna intenzione di pensare a chi lotta, quotidianamente, magari anche con altri acciacchi, per avere ogni giorno un boccone per sfamarsi. Eppure sarebbe così facile ridare un equilibrio a questa benedetta vita, ma di fronte al Dio Denaro ogni più pulita coscienza si macchia di un nero indelebile davanti al quale non esiste soluzione, di un veleno davanti al quale non si utilizzerebbe mai l'antidoto, pur possedendolo.
(Il dipinto nella foto è Bélisaire di François André Vincent - 1776)

Concorsi...lavoro....emigrazione

Anche questa esperienza è andata. Oggi c'è stato il mio primo concorso pubblico al quale ho partecipato non senza qualche perplessità perchè si trattava della ricerca di solamente due persone alle quali offrire un posto a tempo indeterminato come istruttore direttivo progettista di formazione. Chi mi conosce, sa quanto sia oramai vitale per me lavorare nel campo della formazione e della progettazione formativa. Il test a scelta multipla prevedeva il rispondere a 60 domande con 3 opportunità di risposta e tra queste 60 domande ben 30 erano di carattere legislativo (diritto amministrativo). Il mio è stato uno sforzo immane per prepararmi, anche se sinceramente, leggendo le domande che costituivano il test, mi rendo sempre più conto che siamo proprio in una nazione che premia il nozionismo e non le competenze ed il saper fare/sapere essere. Altro che! Sinceramente, dire che sono schifato di come vanno le cose in questa nostra nazione è dire poco...alle volte davvero mi verrebbe voglia di emigrare. E poi vai a sentire i "sapientoni" che insieme ai "signori blabla" si lamentano che i giovani e le menti italiane vanno via per trovare lavoro all'Estero!!! Fanno bene, quei giovani...visto che qui in Italia o non si lavora, pur desiderandolo come il sangue, un lavoro...oppure quando si lavora, ti pagano, se sei fortunato, dopo un anno! E intanto però, le bollette, le devi pagare entro la scadenza prefissata.........

mercoledì 11 giugno 2008

Cena con allievi...

Si è conclusa da poche ora una piacevolissima, nuova esperienza di lavoro, con una cena organizzata come fine-corso. Una serata trascorsa con i più "assidui" frequentatori del corso denominato "Office Automation" che ha visto la presenza, oltre che del sottoscritto, anche di un altro docente e di un responsabile del corso.
E' assai bello ritrovarsi, dopo un'esperienza così interessante, tutti insieme davanti ad una megapizza, sccattando fotografie e scambiandosi pensieri, battute e, perchè no, anche qualche pettegolezzo. Chi mi conosce, sa quanto per me sia fondamentale il criterio di vivere all'insegna dell'equilibrio piacere/dovere. Quando comincia ad essere troppo pendente verso i doveri, l'ago della bilancia della nostra vita va immediatamente ritarato con un bel po' di sano piacere.
Un'esperienza è finita, con persone come sempre adorabili, anche perchè solo predisponendoci ad ascoltare pareri diversi e, quindi, personalità diverse, potremo veramente crescere sia umanamente che professionalmente.
Arrivederci alla prossima cena....

sabato 7 giugno 2008

Bizzarre novità dal web: sms profumati!!!

Incredibile, dal web mi è capitato di leggere questa notizia....mi meraviglia poco a dire il vero perchè si sta cercando sempre di più di arrivare ad una umanizzazione della tecnologia...però, state a sentire, o meglio, leggere! Ad ognuno il proprio scettico, meravigliato o critico commento!
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La notizia è stata ufficializzata pochi giorni fa, e potrebbe davvero segnare una rivoluzione per tutta la tecnologia e la telefonia: stanno per arrivare i PMS, ovvero gli SMS e messaggi per telefonini profumati.
Per molti questa novità è sembrata quasi una follia o una burla, ma è la pura realtà: i Parfumed Short Message, sigla PMS, saranno entro 2 anni sul mercato, e sono stati realizzati dai ricercatori di un istituto di ricerca di Gottingen in Germania per la società privata Convisual. Non solo, ma gli stessi sono già in trattative con gli operatori telefonici per portare questa innovativa soluzione sul mercato mondiale.
Il chip sarà di dimensioni simili ad una normale sim card, dove saranno pre inseriti 100 diversi profumi già caricati: ci sarà inoltre la possibilità di aggiungerne di personali, come spiega la responsabile della Convisual: "Gli utenti potranno catturare e memorizzare i profumi della spiagga caraibica delle loro ultime vacanze, o di un piatto particolarmente succulento, e sarà possibile inviarlo tutte le volte che si vuole a qualsiasi altro cellulare disponga della speciale sim."
I costi della sim e dell'intero servizio ovviamente sono ancora sconosciuti, tutto il progetto infatti è ancora in fase di test e sperimentazione pratica, ma gli addetti ai lavori assicurano che in 24 mesi avremo già a disposizione le prime schede "profumate".
La tecnologia dunque supera ogni giorno se stessa e la fantasia umana, ed a questo punto ci si domanda: quando sarà possibile inviare anche oggetti e materia viva? Beh, a quanto pare è solo questione di tempo! (fonte: http://www.bloo.it/)

venerdì 6 giugno 2008

Il signor Blablabla

Il signor Blablabla è presente nella vita di ognuno di noi. A dirla tutta, sono stanco di questa tipologia di persone. Quelle persone capaci solamente di promettere, di parlare, magari con una dialettica sopraffina, all'apparenza dagli ideali inattaccabili, ma che alla prova dei fatti si dimostrano essere, appunto solo tremendamente, schifosamente, un ammasso di bla bla bla...
Sinceramente, in pochissime persone (ora lo saprà qualche altra persona in più sicuramente) sanno che oramai la vita qui a Roma mi sta stretta, professionalmente parlando. Finora ho solo ricevuto promesse da persone capaci forse solo di ricevere, ma assolutamente insignificanti in fatto di saper dare. Noto, avverto una maggiore sensibilità e propensione alla serietà da parte delle realtà del nord.
Mi chiedo infatti, a questo punto della mia vita, da 37enne con oltre dieci anni di esperienza nel campo della psicologia, della formazione professionale e delle risorse umane, il perchè debba sentirmi costantemente, con passione e dedizione, senso di responsabilità e correttezza, in una parola professionalità, sempre pronto ad offrire garanzie a persone, i "signor Blablabla" di turno, che di contro offrono il vuoto. Promesse e parole che mi vengono offerte, a fronte di sacrifici e di fatti comprovanti il mio impegno quotidiano, valgono un continuare a fare il gioco di queste persone?
Proprio per il fatto che, se non alziamo noi la testa, nessuno si sognerà mai di aiutarci a farlo, non è forse meglio lasciare nel loro piccolo ed insignificante mondo, queste persone? E' quello che ho capito e a partire da oggi, 6 giugno, comincio a fare...