domenica 25 gennaio 2009

Lo sbagliato del vivere

Una delle mie lettrici mi ha chiesto: "come si puo' fare ad amare se stessi quando tutti coloro i quali ti sono stati vicini fin da piccola, compresi i tuoi cari, ti hanno fatto capire di essere sbagliata, convincendoti per l'appunto, di esserlo?. E' una domanda, non nascondo, la cui risposta e' quantomeno difficile. Ma non perche' una risposta debba necessariamente avere sempre una soluzione, ma semplicemente perche' i protagonisti della nostra vita sono sempre talmente tanti (intendendoli come persone, eventi, esperienze) che non ci si puo' soffermare solo ed esclusivamente su chi ci ha generato o e' stato vicino a noi.
Siamo persone fatta di una sostanza di base, che possono riempire di dolori e sofferenze, ma per fortuna siamo anche "pezzi di novita'" che si stratificano nel nostro crescere e che possono anche essere totalmente gestiti da noi, pur essendo stati rinnegati in passato. Ci sono famiglie all'apparenza perfette che pero' ad un'analisi piu' approfondita scopri avere all'interno figli in preda alla tossicodipendenza o alla delinquenza.
Io non sono sempre e comunque giustizialista nei confronti di chi ci ha generato, nel senso che ammetto per carita' la cattiveria, la malvagita', il dolore proiettato sui figli da parte di genitori frustrati nella loro vita di bambini. Ma penso anche che alle volte occorra pure trovare le energie per andare avanti sapendo che c'e' sempre qualcuno che crede in noi (figli, amici, ecc.) e nella nostra sensibilita' che, inevitabilmente, certi eventi della vita ci hanno iperstimolato, fino a diventare piu' capaci non solo di patire, ma anche di amare.