giovedì 9 aprile 2009

Riflessioni sul dramma abruzzese

Pur partecipando al dolore e alla sofferenza di migliaia di persone che si son trovate coinvolte in questo disastro causato dal terremoto, sono soddisfatto nel vedere che finalmente, rispetto agli anni passati, si stia offrendo maggiore credito all'operato degli psicologi e alle loro competenze. Un tempo si pensava forse che il danno subito da un individuo fosse solo fisico, materiale, legato a beni tangibili e concreti.
Oggi si sta comprendendo sempre di piu' che la psiche e' un costituente basilare, fondamentale, direi quasi imprescindibile perche' si possa costruire un personale futuro, fatto di obiettivi da raggiungere, nella vita privata come in quella pubblica.
Il capire quanto un bambino possa marchiare in modo indelebile la propria vita con le immagini strazianti dei pianti e dei crolli di abitazioni, dei feriti, degli stessi giornalisti che alle volte non sanno distinguere bene il limite tra il dovere di cronaca ed il diritto alla tranquillita' del terremotato, sta scuotedo le masse affinche' si lavori gia' da ora sul lutto. Lutto che non e' solo legato alla perdita di una persona fisica, ma anche dell'identita' sociale, della perdita della casa come simbolo dell'intimità. In una parola, violenza nella violenza.
Ricominciare attraverso il gioco, il disegno, lo scrivere su un pezzo di carta, non restituirà la immediata serenità, ma potra' di sicuro attivare un processo di canalizzazione delo stress accumulato, poichè questo servirà a "tirar fuori" piuttosto che "inghiottire" ulteriori paure e angosce.Ben vengano quindi gli psicologi dell'emergenza che, insieme agli altri operatori, possono offrire a chi ha il vuoto dentro, in questo momento, lo stimolo a ritrovare quelle "stanze interiori" che si possano ricominciare ad "arredare"....
Ancora. La dimensione psichica non e' identica alla dimensione spazio-temporale di ciascuno di noi. Assai spesso cio' che viviamo nella nostra quotidianeita', cascuno di noi la analizza e la elabora con procedure cognitive differenti che si basano su esperienze maturate anche anni, decenni prima.Chi, poi, come i bambini, tali metri di paragone non possiede, non ha automaticamente "paletti strutturali" sui quali appoggiarsi. Col risultato che cresce con e per il trauma fine a se stesso.
E' proprio qui che si inserisce il lavoro di noi psicologi.
Nel fornire a chi non li ha, termini di paragone propositivi, realistici, funzionali ad aspettative di vita costruttive.
Nel donare a chi, invece, tali paletti li ha, ma si sono sgretolati insieme alla propria casa, una prospettiva differente di approccio alla crisi fisiologica che si sta affacciando nella fase immediatamente successiva alla consapevolezza dei danni subiti.
Ricordiamo tutti, quindi, che il danno per queste persone non e' solo cio' che e' accaduto nei pochissimi secondi del sisma e che ha provocato il crollo dell' "oggetto casa".
Ma il senso di impotenza, prima ed il senso di vuoto che tutti noi, nel nostro piccolo, potremo colmare.

Un saluto cordiale
Dott. Domenico Giuseppe Bozza

Nessun commento: