giovedì 19 giugno 2008

Dire "grazie"

A qualcuno dobbiamo pur dire grazie, prima o poi. Per esempio, io mi sento di dire grazie sicuramente a mio padre se sono arrivato ad essere un uomo che ha potuto coronare il sogno di laurearsi, tra l'altro in un ambito per il quale la passione ha sempre rivestito un ruolo primario. Sicuramente l'impegno a studiare, a prepararmi, ad arrivare al traguardo della laurea, se non lo avesse messo il sottoscritto, non avrebbe determinato alcunchè di buono, ma dal punto di vista economico, se non ci fosse stato mio padre, credo che difficilmente sarei potuto approdare qui a Roma, studiare per 5 anni dovendo fare fronte a spese enormi (chi vive o ha vissuto recentemente a Roma sa cosa vuol dire vivere, ma anche sopravvivere, nella capitale).
Ma debbo dire grazie anche ad Antonio (solo lui potrebbe riconoscersi in questo mio ringraziamento), che mi ha permesso di lavorare in Telecom Italia per ben 3 anni, acquisendo tutte quelle competenze informatiche e inerenti la Rete ed il Web che oggi posso affermare stanno costituendo gran parte del mio sostentamento. Il paradosso, debbo purtroppo ammetterlo, è che attualmente guadagno molto piu' per le mie competenze informatiche che per quelle psicologiche che, sicuramente utili in contesti formativi, non riuscirebbero a rendermi autonomo. Si stringono i denti, quindi, nella speranza che possa esserci presto una terza persona alla quale poter dire "grazie".

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