lunedì 29 settembre 2008

Non sopporto l'arroganza

Una persona conosciuta semplicemente per telefono. Tranquille conversazioni nella prospettiva di una sana e pura amicizia, seppur telefonica. Poi un giorno questa persona la si chiama e ti dice: "Guardi che ha sbagliato numero". Passa del tempo. E ti dice: "se TU vuoi chiarire, mi puoi chiamare".
Odio l'arroganza di chi non comprende, con umiltà, uno sbaglio e con altrettanta umiltà, lo riconosce.
Ma come? Tu sei la persona che mi ha ferito, disconoscendo per motivazioni anche le più sacrosante, quanto di bello ed amichevole si stava costruendo, ed io debbo voler chiarire?

La carità cristiana porterebbe a pensare questo. Io, che sono un uomo che si ritiene spirituale ma non religioso, ti ho chiamato. E tu? Continui ancora a disconoscere che un minimo di chiarimento me lo avresti potuto e DOVUTO offrire. Perchè sei impegnata con figli e faccende di casa. E oltretutto, essendo sposata, temi. Hai scheletri nell'armadio. Evidentemente. Visto che non c'e' nulla di male nell'avere una amicizia, oltretutto a distanza.

Ma sai che ti dico? Va a quel paese tu e la tua arroganza. La tua solitudine interiore può esser circondata da mille persone. Resti sempre, drammaticamente, sola. Con la tua arroganza.

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