
Ma è contro il sistema giudiziario italiano che desidero concentrare la mia attenzione.
Fermo restando, quindi, i cambiamenti che in ciascuno di noi possono intervenire in corso di vita, ho la ferma convinzione che quando si viene condannati per un reato commesso significa che si è ritenuto colpevole quella persona di un'azione. E per ogni tipo di azione c'è un tipo di pena.
Cosa significa questo? Che nel "qui e ora" il delitto, reato, è stato valutato come tale e, per questo, convertito in mesi, anni di carcere.
Ma allora perchè chi è stato condannato a 1 mese, 10 anni, 50 anni...non resta 1 mese, 10 anni, 50 anni in galera?
Al di la' di questo mio drastico pensare, che non nascondo in realtà di autovalutare come sacrosanto realismo, ci siamo mai chiesti l'immagine che diffondiamo a chi ancora si deve macchiare di reato? E qui non parlo solo del più atroce dei delitti, l'omicidio. Ma anche di un semplice furto...
Il "futuro delinquente" penserà: "Intanto provo a farla la rapina. Può essere che mi va bene, ma tanto anche se non mi va bene, manco ci finisco in galera. E se ci vado, mi fanno uscire immediatamente...."
Non ci sto. Sono un onesto cittadino che di fronte alle ingiustizie reclama dei diritti.
Ma a quanto pare oramai viviamo in uno Stato dove i diritti ed i doveri sono stati totalmente sovvertitii. Ignobilmente.
Nessun commento:
Posta un commento