Da qualche tempo ho notato che ci si sta sempre più sensibilizzando nei confronti di chi, purtroppo, durante il suo percorso di vita, si ritrova a dover fare i conti con una malattia invalidante, che genera oltre al normale stress quotidiano, fantasmi che ognuno di noi tendenzialmente cerca di tener lontani. Uno su tutti: la paura della morte. Concettualmente, ma soprattutto emotivamente, la morte fa paura. Ma molto spesso non è tanto la paura del morire in quanto cessazione di funzionalità vitali è ciò che angoscia l'essere umano, ma le sofferenze ed i patimenti ad essa associati. Fare i conti con il proprio vissuto patologico, allora, diventa già difficile per chi lo vive....figuriamoci per quegli operatori che attorno al malato ruotano e debbono costantemente a lui relazionarsi. Lo stress allora diventa protagonista anche della vita quotidiana professionale di medici...infermieri...operatori in genere.
Personalmente, ho già preparato e presentato in una clinica di Roma, un progetto finalizzato proprio a ''seguire'' gli operatori sanitari nel loro percorso d supporto al malato, quando la componente emotiva, mentale, diventa l'elemento di comunicazione d'eccellenza e molto spesso trova nell'operatore stesso carenza di strumenti e strategie di relazione. Comunicazione medico-medico, comunicazione medico-paziente, comunicazione medico-parenti, un universo di variabili, fattori, comportamenti la cui conoscenza e gestione può solo che rendere positivamente fruibile il complesso scambio di ruoli che nell'ambito sanitario e della malattia si verifica.
Non dimentichiamoci, infine, del ruolo eccelso che ha l'approccio positivo, assertivo, empatico nello scatenare il circolo virtuoso dell'ottimismo e del guardare quel famoso ''bicchiere mezzo pieno'' che ti fa raggiungere un risultato che inizialmente non credevi di poter ottenere.
Personalmente, ho già preparato e presentato in una clinica di Roma, un progetto finalizzato proprio a ''seguire'' gli operatori sanitari nel loro percorso d supporto al malato, quando la componente emotiva, mentale, diventa l'elemento di comunicazione d'eccellenza e molto spesso trova nell'operatore stesso carenza di strumenti e strategie di relazione. Comunicazione medico-medico, comunicazione medico-paziente, comunicazione medico-parenti, un universo di variabili, fattori, comportamenti la cui conoscenza e gestione può solo che rendere positivamente fruibile il complesso scambio di ruoli che nell'ambito sanitario e della malattia si verifica.
Non dimentichiamoci, infine, del ruolo eccelso che ha l'approccio positivo, assertivo, empatico nello scatenare il circolo virtuoso dell'ottimismo e del guardare quel famoso ''bicchiere mezzo pieno'' che ti fa raggiungere un risultato che inizialmente non credevi di poter ottenere.
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